SOLO MANO DESTRA - ARPEGGI - PRATICA DEL TOCCO VOLANTE
Nel suo insieme, la pratica del tocco volante comporta immediatamente l'utilizzo del pollice la cui dinamica è diversa da quella delle altre dita - l'indice, il medio e l'anulare percuotono la corda frontalmente, il pollice, invece, lateralmente. La direzione del suo percorso durante l'esecuzione deve essere personalizzata; in ogni individuo, il pollice è impiantato alla palma della mano in maniera differente e si adatta al metacarpo sempre variamente per la sua naturale menomazione di una falange.
Il punto di contatto con la corda sarà quindi, nella maggior parte dei casi, estremamente laterale.
Se l'asse della mano sarà ortogonale alle corde, l'angolo che formerà, nel percuotere la sesta corda, risulterà approssimativamente di 90°. Ne consegue che questa angolazione sarà variamente proporzionata alla corda percossa, restringendosi al variare del livello che occupa la corda sino quasi ad azzerarsi durante la percussione della terza corda.
Questo meccanismo, ad ingranaggi, non è sempre facilmente descrivibile e configurabile; le multiformi differenze dimensionali delle dita, in ciascun individuo, rende necessaria un'approfondita e ricercata personalizzazione di tutto il sistema. Ogni variazione di misura, sia in esubero sia in difetto, obbliga ad indispensabili compensazioni e bilanciamenti dell'intero "pantografo" per ricreare i giusti equilibri nei pesi e nelle direzioni delle spinte delle quattro dita.
L'apprendimento del tocco volante deve avvenire per gradi praticando in anticipo la disposizione della mano nel suo insieme (le dita appoggiate sulle corde preventivamente) al fine di permettere al soggetto di controllare tutti i rapporti dimensionali delle stesse dita nei confronti delle corde e dello strumento.
Ma la cosa più importante da rilevare riguarderà il maggiore restringimento dell'angolo che formano le tre falangi dell'indice, medio e anulare rispetto a quello adottato nella pratica del tocco appoggiato già acquisita. É ovvio che l'insieme di tali parametri è sempre personale e da ricercare con oculatezza e rifuggendo da gratuite coercizioni e tensioni articolari.
Le varianti nelle irregolarità dinamiche e nei molteplici disagi, che si possono manifestare nel corso di tale apprendistato, sono innumerevoli, soprattutto se lo studente è segnato da precedenti esperienze che lo hanno visto attivo per anni in esercitazioni dettate esclusivamente dall'istinto e quindi abituato a originare movimenti prevalentemente attivando il sistema nervoso periferico.
Organizzare l'esercitazione come segue:
a) preparare l'indice, il medio e l'anulare rispettivamente su terza, seconda e prima corda rispettando le modalità precedentemente descritte e organizzando la necessaria angolazione delle falangi per una comoda pratica del tocco volante; articolare il pollice costringendolo a raggiungere la sesta corda, formando quasi un angolo di 90°; successivamente, al contatto, evitando sempre il suo appoggio statico sulla corda, procedere al suo rilascio in modo da percepire esclusivamente la sensazione di un dito che cade rilassato e si adagia nel suo sito naturale, tanto da poter ritenere che l'esecuzione è stata prodotta dalla forza peso o dalla elasticità dei tendini che richiamano il dito nella sua posizione di naturale riposo.
L'azione dinamica è da considerare corretta solo quando, dopo essere stata completata, non avrà deteriorato l'ortogonalità dell'asse della mano nei confronti delle corde o, che dir si voglia, il suo parallelismo ai tasti. L'esercizio evolverà con la identica pratica applicata alla quinta ed alla quarta corda con un probabile lieve restringimento dell'angolazione delle tre falangi;
b) soddisfatti i requisiti della iniziale preparazione, all'azione del pollice, che, in avanti, si espleterà sempre ed esclusivamente sulla sesta corda, si aggiungerà l'esercitazione del dito più difficile da assimilare, cioè l'anulare, preparato anticipatamente sulla prima corda assieme alle altre, che invece dovranno rimanere immobili nel loro sito naturale, senza praticare alcun peso o torsione e pienamente indipendenti;
c) gli esercizi che seguono completeranno il quadro di tutte le possibili combinazioni di primo livello di difficoltà e saranno sufficienti a preparare la mano ad affrontare formulazioni più complesse: p i m a - p a m i - p i a m - p a i m - p m i a - p m a i - p i m a m i - p a m i m a.
Ognuna di queste formule sarà praticata ripetitivamente, per almeno quattro o addirittura otto volte consecutive e nell'ordine indicato in quanto ciascuna di esse esprime impegni progressivi che logicamente conviene affrontare in ordine di crescente complessità. Si osserverà scrupolosamente che, prima di ogni ripetizione, la mano destra venga riposizionata con tutte le dita, tranne il pollice, appoggiate sulle corde e che il polso ricostituisca correttamente la personale angolazione delle dita. Andrà quindi rilevato che quest'ultima dipende essenzialmente dall'altezza che il polso occupa nel suo spazio operativo; si avrà anche cura di impedire che nel corso delle successive percussioni il polso si abbassi modificando la prescelta angolazione delle dita che invece dovrà rimanere immutata.
Infine, l'azione dinamica del tocco volante va percepita, dal punto di vista sensazione fisica, come una ordinaria chiusura del dito che trovandosi davanti una corda non può fare a meno di percuoterla.
I sopra elencati esercizi saranno ripetuti infinite volte nell'arco della giornata al fine di consentire una assimilazione piena e profonda.