Le tipologie dinamiche associate alla pratica dell'interruzione del suono - La mano destra

Lezione


La Mano destra.

Va considerato che, normalmente, si sente l’esigenza di praticare l’interruzione del suono solo sulle corde successive alla terza (4ª, 5ª e 6ª). Queste ordinariamente vengono percosse con il pollice; ne consegue che l’azione, comunque essa venga praticata, sarà quasi sempre a carico del medesimo dito.

La mano destra può interrompere la vibrazione della corda nei seguenti modi:

a) poggiando semplicemente il polpastrello del pollice, nei tempi dovuti, sulla corda che vibra;

b) appoggiando il dito, con movimento riflesso (pollice che cade), subito dopo la percussione della corda adiacente superiore. Ad esempio: il pollice pizzica la sesta corda e si appoggia sulla quinta fermandone la vibrazione prodotta da una precedente percussione;

c) ruotando il polso verso lo strumento tanto da permettere che la porzione del metacarpo, a cui è attaccato il pollice, raggiunga una o più corde e ne interrompa le vibrazioni.



La variabilità dimensionale delle mani comporta una personalizzazione di tale pratica per cui spesso si rende necessario che la stessa venga ottimizzata su basi sperimentali caso per caso;

d) preparando opportunamente, sulla corda che vibra, le varie dita, singolarmente o variamente raggruppate, in anticipo alla prevista azione dinamica. La semplice preparazione, in automatico, interrompe il suono ed agevola l’esecuzione successiva della stessa corda senza che la mente si impegni con altro comando;

e) utilizzando il dorso superiore della falangetta come segue:

1) quando il pollice espleta un’azione analoga al sopra descritto modo b), potrà provocare, variamente angolando la falangetta, il contatto del suo dorso, approssimativamente alla radice dell’unghia, e fermare la vibrazione della corda adiacente superiore precedentemente percossa. In questa ed in altre circostanze, per un indispensabile adeguamento alla conformazione anatomica della mano ed alla personale attaccatura
del pollice al metacarpo, potrà entrare in azione anche il polso. La casistica più ricorrente sarà analizzata, in via sperimentale, nel corso della lezione;

2) compendiando due azioni in una: semplice appoggio sulla corda appena percossa, modo a), e, in maniera simultanea, contatto del dorso con la corda soprastante che vibra, in quanto precedentemente percossa.

Questa tipologia assume lo stesso significato dinamico anche quando il modo a) viene praticato con l’ordinaria intenzione di preparare anticipatamente un’azione percussiva a carico del pollice.

Le due sopra esposte modalità del punto e) assumono impegni diversi e più complessi quando il pollice opera in simultaneità con altre dita. Appare evidente che la dinamica di ciascuno delle tre dita (indice, medio, anulare), nel mentre operano con la loro azione simultanea, obbligano la mente all’utilizzo di fasci tendineo muscolari insoliti.

Va infine rilevato che nella musica polifonica, la problematica relativa all’interruzione del suono, assume un ruolo diverso talvolta anche opposto. Il tocco appoggiato, praticato dalle altre tre dita, comporta ugualmente l’interruzione delle vibrazioni delle corde soprastanti, quasi sempre non richiesta. Nella fattispecie la problematica va risolta alternando le due tipologie di tocco.

Ne consegue che l’esecuzione di un brano di musica polifonica, alternando le due tipologie di tocco, può apparire alquanto squilibrata a causa delle differenze timbrico-sonore che potranno emergere. Servirà quindi che il concertista raffinato ricerchi una realizzazione equiparata del suono anche con differenti tipi di tocco.

Si analizzerà come e quanto l’adozione della “Scuola Spagnola”, per la particolare conformazione della mano destra e per l’angolazione dei polpastrelli nei confronti delle corde, consentirà, seppur dopo un lento e complesso apprendistato, la realizzazione di tale ricercata tecnica.

Per la piena comprensione di questo concetto si rimanda alla lettura ed all’interpretazione di almeno una delle già proposte Tre Fantasie di Giulio Abundante, tratte da “Il Quinto Libro de Tabolatura da Liuto” Venezia 1587. In queste opere la problematica di prassi esecutiva sopra esposta è pienamente rappresentata grazie ad una complessa ed elaborata diteggiatura delle due mani; delle sue peculiarità si tratta ampiamente nella prefazione annessa all’edizione a stampa.

Gli studenti completeranno l’esercitazione pratica relativa alla tecnica dell’interruzione del suono ricercando l’intera casistica, precedentemente esposta, nel testo a stampa originale dell’epoca delle seguenti opere:

Adolph Steinfels: Sept Allemandes avec Introduction et Coda op. 5

Adolph Steinfels: Douze Ländlers (Walses Nationales) op. 8

Adolph Steinfels: Sechs Alpen-Ländler op. 14

Vincenz Schuster: 36 Original Ober-Ländler op. 1

François De Fossa: Cinq Contre Danses et Deux Valses op. 8

Gli studenti avranno anche modo di analizzare, collaudare ed eventualmente migliorare una considerevole raccolta di diteggiature predisposte alla realizzazione dell’interruzione del suono, studiando estemporaneamente l’opera Soirées Françaises de Contredanses per chitarra e danza di Luigi Castellacci, revisionata dal docente del corso.





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