É propedeutica la tecnica delle scale per terze con diteggiature della mano sinistra di massimo impegno dinamico, possibilmente senza l'uso delle corde libere, quindi a modello.
Lo studio sviluppa le sue quattro sezioni racchiudendo esaustivamente i molteplici aspetti di questa specifica pratica strumentale.
L'Autore, nella seconda sezione e alla fine della terza che contiene la ripresa, avanza precise richieste che impreziosiscono e raffinano il dialogo tra le varie parti facendo emergere con ostinazione, per la sua costante immobilità, la voce superiore. Un martellante mi su corda libera dialoga con i bicordi per diverse misure; Sor pretende giustamente che la continuità del suono venga percepita con risolutezza e determinazione: nella seconda sezione, appaiono tre blocchi di quattro battute, mentre, nella progressione che chiude la stessa sezione, si incontrano cinque blocchi di due battute.
Lo studio, nel suo sviluppo è abbastanza equilibrato, ma nella seconda sezione, l'impegno per il mantenimento delle corrette sonorità e la continuità del suono nella voce superiore, purtroppo, appesantiscono la scorrevolezza della mano sinistra.
La diteggiatura applicata alle due mani affronta tutte le problematiche di tecnica strumentale con metodo scientifico lasciando allo studente ampio spazio operativo nella ricerca e nella sperimentazione di eventuali nuove proposte che siano sempre funzionali al miglioramento della resa sonora ed interpretativa.
Accorgimenti dinamici da praticare:
- battute 7-8/15-16 e 73-74/81-82: il pollice mentre percuote il re della b. 7 con il suo dorso interrompe il la della battuta precedente; mentre l'indice ed il medio eseguono il bicordo la-do# della b. 8, il pollice, in simultanea, va collocato sulla 4ª corda per fermare il re della b. 7 e preparare l'esecuzione anticipata del primo mi della b. 8 che a sua volta (facoltativo ma proponibile) potrebbe essere interrotto con il sollevamento del 2° dito dal tasto.
Il secondo mi 6ª corda va invece interrotto con il dorso del pollice nel mentre questo percuote il la della b. 8. Analogamente si procede nelle bb. 15 e 16 in quanto identiche con l'accorgimento di mantenere il primo mi fermo sulla corda, indipendentemente dal fatto se si è ritenuto opportuno praticare o meno l'interruzione del suono, in quanto da riusare immediatamente dopo all'inizio della b. 17.
- battute 19-20-21-22-23-24: il si della voce superiore della b. 19 perde 1/8 del suo valore per il necessario sollevamento del mezzo barrè che dal IV tasto scivola giustapponendosi al VII tasto per eseguire il bicordo re#-fa# (la falangetta, mantiene la sua conformazione mentre scivola verso il VII tasto); il 2° dito collocato sul re# del bicordo di b. 19 va tenuto fermo sino alla fine della b. 20, cioè sino a quando è obbligato a scivolare per preparare l'esecuzione del si# della b. 21. Va notato che, parimenti al si della voce superiore della b. 19, anche il sol della b. 21 ed il fa# della b. 23 perdono 1/8 del loro valore, il primo a causa del cambiamento di posizione del 2° dito che dal si# deve scivolare verso il do#, costringendo il 1° dito a sollevarsi anticipatamente, il secondo in quanto il 1° dito del barrè intero va necessariamente sollevato e posizionato sul la al fine di privilegiare la continuità sonora del conclusivo inciso si-la-sol#. Va rimarcato che per la linearità e l'equilibrio timbrico-sonoro, nella gestione di quest'ultimo inciso (bb. 23-24) e del si#-do# della b. 21, si è preferito l'impiego del pollice.
- battute 25-26-27-28: la continuità della voce superiore (fa#) è condizionata dall'applicazione del mezzo barrè al secondo tasto sin dalla b. 25. Nel contempo, per le estensioni che impone alla mano sinistra, causa uno stress consistente proprio durante l'esecuzione della scala per terze. Per una esecuzione di buon livello non esiste alternativa migliore. L'abbandono del mezzo barrè agevola l'esecuzione della scala ma il fa# non supererà mai il valore di 1/8.