La tecnica dei suoni legati V

Lezione


Il completamento dell’impostazione della mano sinistra, nel suo sviluppo in orizzontale, avverrà, seppure in momenti successivi, con l’apprendimento della tecnica dei legati.

L’esercitazione, con evidente vantaggio, sarà programmata e sviluppata sull’identico schema dinamico utilizzato per l’apprendimento della tecnica delle scale semplici.

I quattro tasti saranno quindi identificati dall’allievo come un insostituibile attrezzo della palestra (tastiera), la cui struttura, sempre identica, offrirà con precisi, adeguati e personalizzati ridimensionamenti (posizionando il primo dito a partire anche dal settimo tasto), il supporto ideale per la crescita nell’apprendimento dei molteplici aspetti dinamici presenti nella letteratura chitarristica di tutte le epoche storiche.

Oltre alle combinazioni delle dita anche le corrette modalità esecutive (ad esempio: preparazione globale delle 4 dita sullo stesso livello, ecc.) saranno scrupolosamente assimilate nella pratica degli esercizi preparatori allo studio delle scale. Questo accorgimento è il principale fattore che ci indurrà a presentare nel metodo i legati come significativo complemento per la piena definizione di un integrale e minuzioso apprendistato.



A parte l’eco, di invenzione ottocentesca, abnorme ed isolato nella sua singolare tipologia (si svolge su due livelli e solo in senso ascendente), quanto rimane, che è predominante, andrà classificato in due grandi famiglie: legati ascendenti e legati discendenti.

Per l’esecuzione dei primi serve maggiore destrezza poiché la mano, per qualche istante, perde stabilità, vincoli e riferimenti. L’allievo sarà informato che il risultato sonoro tenderà ad abbassarsi e a degradarsi, rendendo inaccettabile l’esecuzione, ogni qual volta, nel contesto dell’inevitabile svincolo, la mano perderà l’uso degli elementi dinamici di base, precedentemente definiti canonici, e verrà meno la concentrazione della forza percussiva che d’obbligo si dovrà energicamente distribuire sull’unico punto deputato: il centro del polpastrello.

Pur rimanendo identica nell’esercitazione la formulazione dei movimenti, l’esecuzione dei legati discendenti è di facile concettualizzazione. Va, come detto sopra, rispettato lo schema dinamico di base; da qui l’azione esecutiva si riduce essenzialmente ad un netto strappo che assume la qualifica di costruttore del suono. La precisa centratura del polpastrello, nell’appoggio del dito sulla corda, agevola il gesto già di per se semplice; il consequenziale appoggio del polpastrello sulla corda sottostante (quando il legato si sviluppa su corda superiore alla prima), completa con ovvio successo l’esecuzione.

L’apparentemente precoce introduzione nel metodo dello studio dei legati è giustificato dalla presenza costante di questo effetto sonoro persino negli studi più elementari della letteratura didattica di ogni epoca.

Quindi, non riteniamo sia opportuno disconoscerne l’utilità ancor quando metodologicamente siamo in grado di rendere il suo studio funzionale e di sostegno al completamento della corretta impostazione della mano sinistra.

Gli abbellimenti saranno presentati nel metodo molto più avanti, assimilando e completando l’intera concettualità sopra espressa. Andrà rilevato che sia i legati ascendenti sia quelli discendenti spesso si combineranno variamente (gruppetto, acciaccatura tripla ecc.) con un ovvio incremento di difficoltà il cui superamento troverà il giusto supporto unicamente nella medesima pratica di base.

Le immagini e le relative didascalie metteranno in evidenza, per quanto possibile, il posizionamento che precede l’azione e l’insieme ad azione completata.





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