Allestimento di tutte le argomentazioni relative all’organizzazione della mano destra per la pratica del tocco volante.
Rappresentare con più immagini, da diverse angolazioni, le relazioni che intercorrono tra gomito, polso, nocche e polpastrelli nei posizionamenti, nei punti di contatto e nelle distanze con le varie parti dello strumento e nell’istante prima che parta l’azione percussiva verso la corda.
Estrapolare da ogni figura, con chiara esposizione testuale, il significato delle varie concettualità che rappresenta ed ogni specifico obiettivo che con esse si intende raggiungere.
Descrivere, con immagini in successione, quasi fotogrammi, l’azione completa del pollice (prima, al contatto con la corda e subito dopo) al fine di rendere comprensibile per l’allievo quali spazi sono da riempire e quali traiettorie sono da percorrere.
Fare emergere con convincenti ragionamenti e dimostrazioni quanto sia essenziale che l’azione del pollice avvenga nella più totale indipendenza dalle altre tre dita e dall’intera mano e avambraccio.
Realizzare, a partire dalle formule più elementari, anche con l’uso di un solo dito, tanto da permettere o indurre l’allievo a disimpegnare con facilità la mente da ogni trascorsa azione dinamica, una completa lista di esercizi comprensiva di tutte le possibili combinazioni.
Finalizzare ogni esercitazione verso l’apprendimento della preposta impostazione dell’arto destro e la completa indipendenza delle dita indice, medio e anulare e di questi dal pollice ma anche dal mignolo come pure dell’intero arto destro dal sinistro.
Assemblare i numerosi esercizi in più lezioni progressive in modo che da ciascuna emerga con evidenza la propedeuticità di ogni elemento dinamico rispetto a quello successivo, impegnando l’allievo nella cosciente individuazione della nuova porzione che si aggiunge e della logica che ne permette il naturale accorpamento.
Predisporre, in anticipo su tutte le azioni dinamiche che precedono la pratica del tocco volante, la preparazione dei polpastrelli sulle corde interessate. Tanto permetterà all’allievo di controllare e di individuare preventivamente errori nell’angolazione delle dita, dell’asse della mano e nel calcolo della distanza del polso dal piano armonico.
Trattare, a conclusione di questo importante capitolo del metodo, la più complessa pratica dell’esecuzione simultanea di due o più suoni con e senza l’uso del pollice; organizzare complete esercitazioni per il raggiungimento dell’indipendenza delle dita evidenziando all’allievo che il loro peso sulle corde, sin da quando vengono preparate, deve essere uguale a zero.
Distinguere l’esercitazione su due livelli di difficoltà: corde attigue e corde distanziate.
Quando l’esercitazione si svolge su corde attigue l’apprendimento della corretta dinamica è più semplice pertanto può essere introdotta abbastanza precocemente.
Quella su corde distanziate, invece, va proposta in periodi dell’apprendistato più avanzati, quando si prevede che l’allievo ha raggiunto un’adeguata maturità e la piena coscienza delle sue azioni. Si ricorda di non classificare in quest’ultima categoria la formula indice-anulare quando la disposizione sulle corde è ad esempio terza-prima.
Separare gli esercizi per concettualità dinamiche, ad esempio: indice, medio, anulare tra loro raggruppati in esecuzione simultanea, gli stessi, raggruppati in tutti i modi possibili, in simultaneità con il pollice, e ancora, ciascuno di essi, in alternanza al pollice.
Applicare in via prioritaria e propedeutica l’utilizzazione del pollice sulla sesta corda al fine di permettere all’allievo un migliore autocontrollo sul maggiore allargamento e condizionamento che quella corda impone.
Ordinare le esercitazioni successive individuando correttamente i tempi di impiego e introducendo progressivamente l’uso alternato e/o combinato anche della quinta e quarta corda, tanto da permettere all’allievo di focalizzare le diverse angolazioni che il pollice assume quando viene dislocato sui differenti livelli.
Va puntualizzato e dimostrato con schemi, disegni o immagini che coadiuvare e assecondare la persistente variabilità dell’angolo che il pollice, al variare del suo livello, forma con la mano garantisce l’acquisizione ed il mantenimento della migliore funzionalità dinamica nelle dita e della più corretta impostazione della mano destra.