Affinamento del sistema mano destra

Lezione


L’intero sistema proposto sin qui predispone che la mano destra, quando cade rilassata dal polso nella direzione ortogonale alle corde, stabilizzate nella loro ricercata e personalizzata inclinazione, orienti i polpastrelli delle tre dita (indice, medio, anulare) verso un contatto con le corde che sia laterale e di pari inclinazione anche quando esse agiscono su livelli (corde) differenti.

Se tale circostanza si verifica con naturalezza e senza artificiosità significa che l’organizzazione delle parti è avvenuta correttamente e che il soggetto possiede una buona predisposizione.



Spesso occorrerà apportare aggiustamenti sul dislocamento del polso orientando il radio variamente verso l’esterno. Tale manovra, che dovrà essere praticata appena un istante prima che l'allievo poggi il gomito sulla fascia, regola e migliora il difficile rapporto dinamico dell’anulare su cui tanto ha detto Fernando Sor nel suo Metodo per chitarra. Servirà quindi ricercare un equilibrio con l’appropriata distribuzione della distanza del metacarpo dal piano armonico e col dimensionamento delle angolazioni delle tre falangi che dovranno sempre essere correlate al tipo di tocco che si sta praticando (volante o appoggiato).

Gli interventi (compensazioni e aggiustamenti) saranno molto personali e vari e manterranno, talvolta per anni, la loro condizione sperimentale e provvisoria sino al raggiungimento della piena maturità.

Situazioni statico-dinamiche da cui rifuggire:

a) rotazione istintiva della mano per agevolare indiscriminatamente l’utilizzo dell’anulare e di conseguenza favorire l’attacco frontale dell’insieme unghia-polpastrello. Si costruirebbe quindi una torsione e successivamente una coercizione di tendini e muscoli all’altezza del polso che agevolerebbe l’anulare nel raggiungimento della corda ma sposterebbe, su livelli più alti e verso l’esterno, l’indice e il medio. Inoltre l’attacco frontale provocherebbe un pesante ostacolo nell’atto percussivo restituendo a carico di ciascun dito una reazione fisica di intensità uguale e di verso contrario che ovviamente non giova. La prescritta e naturalmente organizzata angolazione verso sinistra dei tre polpastrelli scansa invece detta reazione in quanto si sviluppa su strati spaziali differenti: le dita spingono nel verso della naturale direzione di una mano che si chiude, la corda risponde principalmente rispettando le limitazioni dei suoi due vincoli. Ne consegue che le reazioni, generate anche da un robusto intervento esecutivo, non intaccano minimamente le varie azioni in quanto si svolgono su piani sfalsati;

b) flessione delle falangette durante la percussione della corda. E’ la peggiore anomalia dinamica in cui può incorrere il chitarrista ed è chiaramente sintomatica di una molteplicità di scorrettezze a carico dell’intero arto. Giova ricordare che tale deviazione è evitata e detestata da tutti gli strumentisti (soprattutto pianisti) di buona scuola; si configura come l’emblema del dilettantismo poiché sfrutta una dinamica che il cervello non può governare o controllare essendo stata prodotta da un riflesso. La corretta applicazione dell’intero sistema potrà ugualmente causare l’insorgere di tale irregolarità soprattutto quando il polso è eccessivamente basso tanto da impedire alle dita di adeguare opportunamente la propria angolazione.
La risoluzione sarà immediata semplicemente sollevando con accortezza il polso verso l’alto. Nel caso in cui il problema non cesserà di manifestarsi la causa andrà ricercata in altri fattori;

c) posizione della mano angolata con le corde nella forma della Croce di Sant’Andrea. Ciò impedirà ai polpastrelli di mantenere sempre costante la relazione dinamica nella percussione delle sei corde; varieranno infatti i punti di contatto e la direzione dei movimenti e di conseguenza l’intensità e l’equilibrio del suono come anche la caratteristica personale del timbro. In altri termini ogni dito produrrà suoni senza alcun nesso e consequenzialità.
Il pollice, non essendo separato ed indipendente dal resto della mano, disponendo di una escursione minima, ridurrà sensibilmente la sua risultanza sonora; anche nell’esecuzione simultanea subirà l’azione distorta delle altre dita.





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