Il gomito destro e la logica funzionale del suo appoggio

Lezione


Il quarto punto di contatto del corpo con lo strumento.

Attento collaudo della complessa funzionalità del gomito destro quando viene appoggiato sulla fascia dello strumento, ben considerando e quindi applicando la evidente doppia funzione come punto di fulcro necessario al sollevamento del polso nella sua direzione ortogonale alle corde e come punto di bilanciamento tra la porzione lunga dell’avambraccio, che sta davanti al piano armonico, e la porzione breve, che si trova dietro il punto di appoggio, cioè sulla fascia.



Va verificato:

1) se la sensazione dinamica dell’appoggio è percepita dal discente e se è effettivamente reale;
2) che il punto di contatto sia tale da permettere alla mano il raggiungimento della buca in modo che l’indice sia ad essa rasente e parallelo ai tasti;
3) che il gomito poggi sulla fascia in modo che il suo spigolo rimanga avanti ma vicino alla sporgenza ossea meglio definita col nome apofisi olecranica. Il dimensionamento di detta vicinanza deve essere un ricercato strumento di controllo di indispensabile applicabilità nella procedura delle compensazioni.

Va inoltre inteso che la ricerca del corretto punto di contatto investe due direzioni dinamiche:

fronte-retro, per la compensazione della lunghezza dell’avambraccio - di cui si è già detto - e sinistra-destra, per la compensazione relativa alla dimensione delle spalle e del braccio. Per cui ad esempio, spalle larghe e braccio lungo orienteranno il discente a slittare il gomito sulla fascia sino a raggiungere, in casi estremi, anche la porzione discendente della curvatura.

La scrupolosa applicazione della compensazione in ausilio agli eventuali eccessi o difetti dimensionali degli arti superiori del combinato braccio, avambraccio, mano, va imposta al discente in maniera istintiva razionalizzando i vari processi nel tempo.

Il discente dovrà unicamente rilevare che il contatto del gomito con la fascia della chitarra è un appoggio reale della massima ordinarietà e del tutto analogo a quello consumato stando seduti comodamente con gli arti rilassati sui braccioli di una poltrona e di conseguenza che la risultanza statico-dinamica dovrà corrispondere solo alla reale forza peso immaginando il giusto peso dell’intero arto isolato dal resto del corpo.

Si constaterà che la conclusiva realizzazione di un perfetto pantografo, attraverso i suoi punti di snodo (omero, gomito, polso e nocche delle falangi), permetterà l'amplificazione della resa dinamica con il minimo sforzo muscolare e mentale.





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